Care Colleghe, cari Colleghi,
e alla fine, dopo qualche giorno (pochi) di meritate vacanze, settembre è tornato a fare capolino nelle nostre vite, con il suo carico di paure, impegni, speranze e propositi.
Paure: non potrebbe essere altrimenti, leggendo i giornali e guardando la televisione, che ci rappresentano una trama degna di un film dell’orrore.
Impegni: non possiamo che riprendere il lavoro interrotto a fine luglio, con incombenze che continuano a distinguersi per complessità, con calendari che occupano ormai tutto l’anno.
Speranze: sì perché, nonostante tutto, ci crediamo ancora ed ogni mattina apriamo i nostri studi con professionalità, costanza, responsabilità e, comunque, con un po’ di sentimento.
Propositi: non vi è alcuna riapertura che non veda, almeno nel nostro intimo, qualche programma ragionato nel corso delle vacanze estive per cercare di lavorare meglio, e qualche intendimento per rendere i nostri uffici un po’ più accoglienti.
E quindi siamo da pochi giorni ripartiti, ricominciando, nuovamente, a combattere per una Professione che, pur senza esclusive (ahimè), e con tante pecche, ci permette ancora di vivere dignitosamente, come dimostrano le statistiche reddituali, con sforzi – però – che spesso potrebbero essere francamente evitati, grazie ad una normativa che dovrebbe essere meno farraginosa. Non dimenticando che lavoriamo in un panorama economico territoriale che paga una trasformazione senza precedenti, che continua ad essere decisamente cruenta.
Proviamo a consolarci, quindi, rifacendoci alla considerazione che dalle grandi crisi possono nascere nuove opportunità. Ci contiamo!
Il Consiglio del nostro Ordine, che mi pregio di presiedere da quasi due lustri, in continuità con quel Modello Torino creato da Aldo Milanese, ha così provato, in questi anni - magari non riuscendoci interamente, ma mettendo sempre impegno e passione - ad assicurare ai propri Iscritti la possibilità di ampliare i propri orizzonti, per aprirci a nuove attività che attirino un maggiore interesse dei nostri clienti, tentando di superare quel disinteresse per gli adempimenti dai più visti come un orpello e non come un’opportunità di crescita, nel giusto rispetto degli impegni di legge e della modifica di un mondo sempre più competitivo e difficile.
Abbiamo creduto (e sono convinto che continueremo a credere) nella cultura dell’impresa nelle sue diverse declinazioni, per farci trovare pronti alle prossime sfide, senza sfruttare rendite di posizione ma aprendoci a prospettive nuove, al fine di adeguarci al mercato ed alle sue nuove visuali.
Ci auguriamo di essere stati all’altezza delle attese.
A gennaio prossimo nuove elezioni porteranno alcuni di noi (compreso il sottoscritto) a terminare il proprio mandato, ma se qualche groppo ci chiude la gola, pensiamo che questo rappresenti un giusto e corretto ricambio, dal quale raccogliere nuove energie e nuove idee, per raggiungere nuovi prestigiosi traguardi istituzionali.
E poi, la nostra forza non è rappresentata da chi siede in Consiglio o da chi presiede l’Ordine, ma da tutte le persone che compongono la nostra SQUADRA, che in questi anni si è creata con naturalezza e che è stata sapientemente coordinata dalla nostra Direttrice, Lorella, a cui va il mio e nostro ringraziamento.
Giovani e meno giovani, studi piccoli e studi grandi, professionisti che operano in settori diversi che mettono a disposizione degli altri il proprio sapere.
Sono convinto che tutto non potrà che continuare in maniera potente nel prossimo futuro, se tutti continueremo a credere in questo progetto, portando ciascuno il proprio mattoncino per far si che la nostra Professione mantenga il riconoscimento raggiunto soprattutto in città, ma anche fuori dai nostri confini, assicurando quel lavoro e quelle proposizioni che ci hanno, anche questa volta, distinti nella consiliatura nazionale (anch’essa andrà a concludersi, auspichiamo in assenza di proroghe di cui non si sente la necessità e di personalismi inutili ed ineleganti).
Grazie di cuore per l’impegno che tutti Voi, a diverso titolo, avete assicurato al nostro Ordine.
Se Torino è un Modello, non lo è certo solo per i retaggi del passato ma per il continuo lavoro silenzioso, ma costante, di tanti.
L’augurio di un buon rientro a tutti per un autunno positivo. A presto.
Luca Asvisio