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ODCEC di Torino - Circolare informativa 1/2024 in data 5 gennaio 2024

5 Gennaio 2024
Care Colleghe, cari Colleghi,

al momento di riprendere carta e penna in occasione della riapertura di un nuovo anno – il 2024 -, ci sono tornate in mente le parole con cui Antonio Gramsci aprì la rubrica “Sotto la Mole” dell’edizione torinese dell’“Avanti!” del 1° gennaio 1916: Odio il Capodanno.

Senza voler dare loro alcuna connotazione politica, tali parole sono tutt’oggi assolutamente contemporanee e si applicano in maniera straordinaria ai Commercialisti e alla visione che molti di noi hanno della Professione e, conseguentemente, della vita.

“Ogni mattino, quando mi risveglio ancora sotto la cappa del cielo, sento che per me è Capodanno.
Perciò odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. Si finisce per credere sul serio che tra anno e anno ci sia una soluzione di continuità e che incominci una novella istoria, e si fanno propositi e ci si pente degli spropositi, ecc. ecc. (…) Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore.”

 
Ogni giorno – anche se non fosse l’8 di gennaio - ciascuno di noi, con passione e competenza certo, ma con altrettanta responsabilità e senso civico, torna nel proprio studio per contribuire al miglioramento sociale, economico e culturale del Paese.

Non facciamo certo operazioni a cuore aperto, ma quello che facciamo cerchiamo di farlo bene, e se anche ci capita di lamentarci, per gli effetti di un legislatore che non eccelle certo per chiarezza, la nostra autocritica ed il confronto con i colleghi cui siamo uniti dalla medesima passione, ci spinge ogni giorno ad alzare un pochino l’asticella.

E l’Ordine ci dà questa possibilità di comparazione, dibattito e, perché no, di sana competizione, per proseguire nella nostra crescita, con l’utilizzo di un piccolo, ma virtuoso, ascensore sociale, strumento sempre più erroneamente abbandonato dall’attuale sistema di vita ma, viceversa, ancora attuale, considerando i miglioramenti che – grazie ad esso - hanno potuto vivere i nostri padri, non senza sacrifici, nel boom economico post bellico, al quale occorrerebbe probabilmente riferirsi per vedere il nostro Paese tornare a crescere per migliorare il benessere dei più.

E, peraltro, potendolo fare oggi con un occhio più vigile, anche grazie ad una mutata e più attenta visione, dei nostri figli, all’ambiente, alla socialità e all’inclusione, avendo però sempre particolare attenzione alla crescita sostenibile e non alla decrescita felice.

E quindi, anche se ci capita tradizionalmente di augurarvi l’avvio di un nuovo proficuo anno, sappiamo bene che ciascuno di noi ogni giorno si prodiga per proseguire in questo solco, e continuerà a farlo, auspicando che lo si possa fare con un sorriso (magari malcelato) sul viso, amando ciò che si fa.

Di questo vi ringraziamo, in quanto in questo modo contribuite a rendere ogni giorno la nostra professione più viva, senza dimenticare la necessità di doverci comunque reinventare e rendere più attrattivi, anche e soprattutto per le nostre generazioni future, in una transizione inesorabile che tocca anche noi, e non va rifiutata, ma cavalcata e guidata.

L’Ordine cercherà non solo di essere al vostro fianco ma anche concretamente di rappresentare il naturale punto d’incontro e di confronto per chi crede in questi valori, per coltivare le istanze di tutti al fine di crescere insieme e continuare a porre la nostra Professione in una condizione di attore di tale sviluppo.

E ancora una volta, proprio partendo da questi concetti, non possiamo non ricordare colui che ha permesso un cambio di paradigma alla figura del Commercialista: l’indimenticato e indimenticabile Aldo Milanese, del quale proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della morte, e del quale, a distanza di sei anni, è sempre ben vivo nei nostri cuori il fulgido esempio ed il grande valore del suo comportamento, che ci auguriamo possa continuare ad essere emulato, per la nostra crescita a fianco di imprese, enti e contribuenti.

Buon anno, quindi, per ogni giorno del 2024.

Con affetto.
      
              Luca Asvisio